Gli agganci con la politica, i rapporti con la Ndrangheta e con la Camorra, in mezzo traffico di droga, estorsioni, usura rapina, intimidazioni, c'è tutto questo nelle carte dell'indagine che ha portato all'individuazione di un'organizzazione, un gruppo di matrice mafiosa attivo nel territorio di Aprilia, provincia di Latina, 25 le misure cautelari, 21 in carcere, due ai domiciliari, due misure interdittive un'organizzazione strutturata. "Talmente strutturata che quando c'era, a un certo punto, da costituirsi parte civile, il comune, nei confronti di alcuni soggetti imputati di partecipazione ad associazione mafiosa in altro procedimento, un soggetto che in quel momento rivestiva le funzioni di vice sindaco è intervenuto, in maniera anche abbastanza energica, per far comprendere all'interno del comune che non era proprio il caso di costituirsi parte civile". Quella persona è l'attuale sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi, finito ai domiciliari con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio e turbata libertà degli incanti. Una mafia forte quella radicata ad Aprilia e dintorni, piramidale che controlla completamente il territorio sia dal punto di vista economico che amministrativo. "Talora si dubiti di quella che possiamo semplicisticamente definire l'esistenza della mafia, noi abbiamo una serie di comportamenti che si confermano non solo che la mafia c'è, ma che continua a esserci". E ad adeguarsi, dice il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, una mafia legata al clan storici come i Gallace, Calabresi, Casalesi e Polverino della Campania, ma anche i locali di Anzio e Nettuno per questo occorre fare molta attenzione, soprattutto ora, avverte il procuratore, con gli importanti fondi del PNRR e il Giubileo alle porte.