Nel carcere di Pozzuoli, c'è, o meglio, c'era l'unica torrefazione che, insieme al bistrot che si trova al centro di Napoli, impiega donne detenute e costruisce con loro un'opportunità per il futuro. La torrefazione si chiama lazarelle, vezzeggiativo napoletano che indica ragazzine un po' irrequiete. "Dal 20 maggio purtroppo è chiusa perché le scosse del 20 sera che ci sono state a Pozzuoli hanno reso il carcere inagibile e quindi il carcere è stato chiuso e con lui anche la nostra torrefazione". Attualmente sono impiegate 15 donne. La maggior parte di esse tra la torrefazione e la cioccolateria. In 14 anni sono state 80 le donne impiegate nelle attività della Cooperativa con un tasso di recidiva bassissimo. "È un duro colpo fortunatamente l'attività esterna del Bistrot continua come dire abbiamo un margine di tolleranza di 2-3 mesi. L'obiettivo è quello di riprendere immediatamente". C'è bisogno di un aiuto da parte di tutte le istituzioni nazionali e locali. "Da parte delle istituzioni locali anche a cercare nuovi posti dove temporaneamente collocare le nostre, le nostre attività". Lei è stata premiata dal Presidente della Repubblica. "La considerazione che facevo è che più o meno l'anno scorso di questi tempi insomma a marzo, eravamo al Quirinale a ricevere il premio. Noi lo abbiamo sempre condiviso questo premio ed è proprio in base a questo, a questo riconoscimento che abbiamo fatto che chiediamo di non dissipare quello che è stato quelli che sono stati questi 15 anni".