Pozzuoli, la paura degli abitanti della solfatara

26 mag 2024
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"C'è un fascino, come dire, inquietante e sinistro". Qui, nella solfatara di Pozzuoli, fu girato Totò all'inferno. Le guide facevano le prove di cottura con le uova, c'era un campeggio, fino a che nel 2017 una famiglia fu inghiottita da un cratere. E' una delle zone rosse di Pozzuoli, vicino a cui tante case sono state costruite e sono tutt'ora abitate. Anche bellissime case, come quella di Maria Teresa, archeologa con le valigie pronte accanto alla porta, in caso di un nuovo sciame sismico. Quassù sul cratere dell'antico vulcano le scosse si sentono tutte e molto forte, e allora ci si chiede cosa significa, e perché vivere in una caldera. "E' vivere con precarietà, vivere con l'angoscia v, è vivere con un'ansia continua, perché la differenza tra un terremoto di quelli che conosciamo è che il sisma, nonostante la magnitudo, nonostante la potenza, a un certo punto smette. Si nasce in un posto, lo si ama, si hanno delle radici. La bellezza di alcuni posti spinge chi ci è nato, ma anche chi non ci è nato a stabilirci. Io abito sulla solfatara, è vero, ho avuto un appartamento in eredità da mio padre, e quindi ci abito per passione, ma anche un po' per forza, ma anche un po' per convenienza, ma anche un po' per la bellezza che mi circonda. Sono case di persone di boomer, che nel corso della loro vita hanno raccolto oggetti che parlano di ricordi, dall'ansia che ci accompagna e l'ansia di dover evacuare immediatamente. E' veramente un lutto, è un grande dispiacere".

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