Non solo indagini minuziose, ma anche l'aiuto di due pentiti che hanno descritto e ricostruito le modalità con cui agiva il sodalizio dei Casamonica. E Casamonica vuol dire mafia. La sentenza del processo iniziato ad ottobre 2009 dopo 5 anni d'inchiesta non cancellerà anni e anni di violenze, sopraffazioni, ma è un risultato per Roma. Il tribunale ha condannato a 400 anni complessivi una quarantina fra capi e affiliati al clan. Controllo del territorio dall'Abruzzo alla Calabria, i Casamonica non sono quello che vogliono far credere, hanno ville, Ferrari, tanta tanta droga e sono in grado di muovere milioni di euro attraverso le frontiere. Controllano millimetro per millimetro le aree a più alta densità abitativa della capitale, Tuscolana, Romanina e dintorni. Palestre, usura, minacce, paura e l'omertà di una Roma che per tanti anni si è arresa, ostaggio di un'organizzazione criminale potente che per troppo tempo l'ha fatta franca, quando la giustizia e parte delle forze dell'ordine chiudevano gli occhi. Al processo si è arrivati dopo gli arresti compiuti dai Carabinieri nella Operazione Gramigna coordinata dal Procuratore di Roma Michele Prestipino. Gramigna come l'erba cattiva che non muore mai.