Un libro per bambini, il giovane musulmano, lo avevano fatto tradurre in italiano e in inglese per l'insegnamento ai più piccoli della jihad islamica, uno degli strumenti della campagna di proselitismo anti occidente, sviluppata soprattutto on-line e attraverso social come TikTok. La mente del gruppo, una influencer pakistana di 22 anni, residente a Bologna, tornata in Italia da un viaggio nel suo paese di origine il 13 dicembre, un rientro anticipato l'ipotesi e che avesse maturato la decisione di passare dalla propaganda in rete alla creazione di rapporti con cellule armate. Un'ossessione per post, video, preghiere e precetti in lingua italiana, per reclutare quanti più coetanei nel nostro paese. Arrestata alla vigilia di Natale nel blitz dei Carabinieri del Ros in diverse città italiane dopo una complessa indagine della procura di Bologna, coordinata dalla Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. E' accusata di associazione terroristica dedita alla promozione, al consolidamento e al rafforzamento di formazioni come Al Qaida e stato islamico, insieme ad altri quattro giovani, il fratello minore di 19 anni, una diciottenne di Spoleto di famiglia originaria dell'Algeria, un ventisettenne turco che secondo gli investigatori faceva proselitismo non sono online ma anche attraverso due attività di kebab d'asporto che gestiva a Monfalcone Gorizia e un diciannovenne di origini marocchine residente a Milano, l'unico dell'organizzazione sfuggito all'arresto, da novembre si troverebbe in Etiopia. Domani i primi interrogatori di garanzia.