Stavolta niente tagli draconiani o politiche “lacrime e sangue”. In era pandemia le riforme chieste all'Italia dall'Europa hanno infatti cambiato obiettivi e il contenimento del debito verrà richiesto solo quando le condizioni economiche lo consentiranno. Dunque, se negli anni passati Bruxelles ci aveva chiesto di non scardinare la riforma Fornero delle pensioni e nel mirino c'era soprattutto quota 100 e di abbassare le tasse sul lavoro, magari sforbiciando la miriade di agevolazioni fiscali, questa volta l'Europa ha messo al primo punto il rafforzamento del nostro Sistema Sanitario. Più personale, più attrezzature, più infrastrutture, ma anche un migliore coordinamento tra Stato e Regioni. Al secondo posto le misure sociali E il sostegno all'occupazione, anche con forme di lavoro flessibile e di aiuti al reddito dei cosiddetti atipici, oltre a più investimenti nella scuola e nella formazione, anche a distanza. Terzo punto: le imprese, garantire liquidità, evitare ritardi nei pagamenti, aumentare ricerca e investimenti per trasformare il nostro Paese in chiave più verde e più moderna, concentrandosi soprattutto su energia, trasporti, rifiuti e infrastrutture digitali. Infine l'Europa ci chiede di rendere più efficienti il nostro sistema giudiziario e la nostra Pubblica Amministrazione.