Una giornata di assemblea aperta a tutti per ribadire, nel giorno dello sciopero della magistratura che, la riforma dell'ordinamento giudiziario così come è stata approvata alla camera, non solo rischia di essere inutile, ma anche dannosa. Non uno sciopero contro la riforma Cartabia ribadiscono però le toghe, piuttosto uno sciopero per essere ascoltati anzitutto dalla politica sorda evidentemente nonostante i numerosi incontri, anche con la stessa guardasigilli, alle istanze della magistratura. Alla fine l'adesione rasenta il 50% con punte più alte solo nei piccoli tribunali, dove mediamente ci sono i magistrati più giovani. Magistrati più giovani avvertono di più il pericolo, questo mutamento del modello di magistrato che, come dire, si allontana un po' troppo dal modello disegnato dalla costituzione e si avvicina pericolosamente al modello del reato burocratico, e mi preoccupa. Una riforma, poco conforme alla costituzione, denunciano le toghe, contrarie, tra l'altro, alla separazione delle funzioni e alla valutazione dei magistrati che sottolineano i rischi a cui andrebbero incontro, qualora la riforma passasse senza modifiche in senato. Una magistratura più burocratica, più rivolta su se stessa, più carrierista, piuttosto che meno, è troppo attenta ai numeri. Noi vogliamo continuare ad essere attenti a quello che facciamo ma non sull'attenti. Netto il dissenso del sottosegretario alla giustizia Francesco Paolo Sisto. L'astensione è stata legittima, ma io sinceramente la trovo ingiusta e anche un po' densa di ingratitudine nei confronti di chi si è manifestamente dedicato ad un confronto credo senza precedenti. Quante volte, la ANM è stata sentita: 7 volte. E intanto, anche tra i magistrati, c'è chi prende le distanze dallo sciopero, e nella riforma Cartabia, vede più di qualcosa di buono. Anche le famose valutazioni tanto criticate dai magistrati ricordiamo che possono avere, se applicate seriamente, la loro utilità.