Uno spaccato di vita quotidiana. Un ragazzo di colore viaggia a bordo di un Frecciarossa partito da Roma Termini e diretto a Milano Centrale. Viene fotografato da un passeggero che pubblica lo scatto e racconta così la sua versione indignata dei fatti su Facebook: un migrante irregolare, senza documenti, è riuscito a viaggiare gratis a bordo di un treno ad alta velocità. In mano ha un costosissimo telefono di ultima generazione, ma è in possesso di un biglietto da 4 euro per un interregionale. Ci prendono in giro e noi li tolleriamo. È questo il senso della sua denuncia. Un post dettagliato e carico di odio, che diventa subito virale e incassa in poche ore quasi 100.000 condivisioni e oltre 120.000 reazioni sui social network. Scatta il linciaggio pubblico e piovono commenti razzisti e violenti su tutti gli immigrati. La notizia fa il giro del web. Peccato che si tratti soltanto di una bufala e il post tempestivamente scompare. A stretto giro arriva anche la smentita di Trenitalia, che spiega l’accaduto. Si è trattato di un’incomprensione linguistica. Il giovane, che effettivamente non ha i documenti e parla soltanto un inglese stentato, aveva inizialmente mostrato il ticket di un treno locale, ma dopo insistenti richieste estrae un biglietto valido. È soltanto l’ennesima falsa notizia a sfondo razzista partita da un post, ma basta a riaprire il dibattito sulle fake news, notizie particolarmente insidiose perché anche se prive di fondamento diventano in fretta virali e passando dalle bacheche di centinaia di utenti, che spesso non vengono poi raggiunti dalle smentite, generano danni non più soltanto virtuali.