"Con questi salari, con queste pensioni non si arriva alla fine del mese non abbiamo nulla da perdere". La determinazione nelle parole e nei toni. "Noi non ci fermeremo e non accettiamo che il lavoro sia quello che continua a pagare per tutti, questo Paese lo vogliamo cambiare più del Governo e più delle forze politiche e lo diciamo a CISL e UIL, lo vogliamo fare assieme a voi, assieme agli altri lavoratori". Chiude così il suo intervento Maurizio Landini, sul palco di Rimini nella giornata conclusiva del XIX Congresso Nazionale della CGIL, che lo rielegge Segretario per i prossimi quattro anni. Elenca le priorità del Sindacato: la Sanità Pubblica, servono assunzioni e investimenti non nuovi tagli. Si apre una stagione di rinnovo dei contratti nazionali con al centro la questione salariale, la lotta alla precarietà e la riduzione degli orari di lavoro. "No a presidenzialismo e autonomia differenziata" la replica di Landini alla Premier Meloni. Boccia la riforma del Fisco proposta dal Governo, "Il 94% delle tasse sottolinea è versato da lavoratori dipendenti e pensionati, allargare la base imponibile, la ricchezza la produce il lavoro non l'impresa e la finanza". "La prossima settimana, annuncia, l'incontro con le altre organizzazioni sindacali per intervenire unitariamente". "Costruire ed avviare una mobilitazione che per quello che ci riguarda non esclude nessun strumento insieme a CISL e UIL lo discuteremo ma lo dico in modo molto chiaro per quello che ci riguarda, qualsiasi strumento metteremo in campo compreso se necessario lo sciopero, con tutte le forme che questo determinerà". E alla Meloni, che davanti alla platea del Congresso aveva strappato un applauso, condannando l'assalto di Estrema Destra alla sede della CGIL, lancia questa richiesta: "Si condanna?, si vuole combattere? Si applichi la nostra Costituzione, questo Governo e questo Parlamento facciano quello che devono fare si sciolgano le forze che si richiamo al Fascismo.