"Questi sono resti di girini ormai morti, resti di pesci e questi invece sono lumachine che abitano le risaie, morte anche queste a causa della siccità." Siamo nel distretto del riso della Baraggia, primo e unico DOP in Italia. 22.000 ettari tra le province di Biella e Vercelli che producono una varietà antica e delicata di questo cereale ma 1.500 ettari di queste risaie sono senza acqua, pur in un anno ricco di piogge e neve sui ghiacciai." L'acqua dovrebbe sicuramente coprire le radici e avere uno strato almeno dai 5-10 cm." "La produzione di questa risaia è compromessa?" "Certamente. È già da 15 giorni che non vede acqua, la terra ormai è secca, la pianta in sofferenza e le spighe rimarranno sterili." Ci spostiamo di pochi km ed arriviamo alla Roggia Marchesa. Questo canale di irrigazione scavato nel 1560 che prende l'acqua dal torrente Cervo e serve ad irrigare proprio questi 1.500 ettari di risaie invece in sofferenza, perché come vedete la presa d'acqua resta chiusa, bloccata con i lucchetti. Una legge europea prevede infatti il deflusso ecologico cioè con rilascio minimo di acqua che serve per la vita dei fiumi e dei torrenti. "Fino al 2022 dovevamo rilasciare al torrente 250 l/s, ora con la nuova normativa dobbiamo rilasciarne tre volte tanto, 750 litri. La nostra presa di attingimento per il nostro canale di irrigazione è chiusa e il nostro riso è destinato a morire." I risicoltori sostengono che ci sarebbe acqua per tutti, sia per la vita di questo torrente che per loro risaie oggi in sofferenza. "Noi chiediamo alle Istituzioni, alla Regione Piemonte, di intervenire ma In tempi rapidi. Perché purtroppo l'agricoltura non ha tempo per aspettare. Vediamo che l'acqua c'è ma non può arrivare alle risaie quindi chiediamo regole chiare e soprattutto scientifiche che dimostrino il perché l'acqua deve andare in una direzione piuttosto che in una altra.".