Non c'è prova del nesso causale tra i decessi nella RSA e i presunti comportamenti irregolari del personale. Con questa motivazione, la Procura di Milano, ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta sul più Albergo Trivulzio, nella quale, la casa di riposo milanese, era indagata, insieme all'ex Direttore Generale, Giuseppe Calicchio, per epidemia colposa e omicidio colposo plurimo. Durante il periodo della prima emergenza Covid, i magistrati avevano ipotizzato che l'alto numero di morti, tra gli anziani ricoverati nella struttura, nota ai milanesi come "Baggina", fosse dovuto alla presunta assenza di protezioni individuali. Ora le ipotesi di reato, secondo la Procura, non hanno trovato riscontro. L'eccesso di mortalità, si legge nella richiesta di archiviazione del procedimento, si situa in una fascia intermedia, rispetto a quanto avvenuto nelle RSA del milanese. Secondo i magistrati, è emersa solo una certa sottovalutazione iniziale del rischio da parte della dirigenza, che nel primo periodo di diffusione dell'epidemia, era preoccupata soprattutto di evitare allarmismi. Di fronte agli eventi di quei giorni, le strutture pubbliche e private, si sono trovate, si legge nelle conclusioni dei PM, senz'altro impreparate e sfornito di mezzi. Nonostante questo, per i magistrati, manca l'evidenza del reato. Siamo totalmente amareggiati, ma non sorpresi, dice il Presidente dell'Associazione Felicita, che riunisce i parenti degli anziani deceduti, Alessandro Azzoni, Che aggiunge: la domanda di verità è stata elusa dalla Procura e la fiducia nella giustizia è stata al momento tradita.