“Da molti anni la situazione è così. Purtroppo se ne parla poco e se ne parla solo quando una coraggiosa inchiesta dei Carabinieri, coordinata dalla DDA di Napoli, riesce a trovare prove. Ma in realtà è una situazione routinaria, quotidiana. Bambini, tra l’altro, in età scolastica. L’evasione a Napoli è enorme, ma direi nel Sud Italia. E non solo, c’è un tema: questi bambini non possono essere arrestati; questi bambini, quando decidono di imbustare la coca o di venderla, fanno un lavoro come un altro. I loro coetanei diciamo più sfortunati magari lavorano come garzoni in qualche salumeria. I loro fratelli un po’ più grandi, se non sono dentro il sistema del narcotraffico, sono destinati a guadagnare 400 o 300 euro al mese. Quindi, non sentono di star facendo qualcosa di losco, sporco, neanche rischioso. Da sempre, molti di noi – non sono solo io – provano a raccontare di come le nuove generazioni scelgano questa strada. A volte sono manipolate, altre volte lo fanno pur potendo avere delle altre possibilità. Ma le altre possibilità non ti fanno realizzare. Guadagni poco, non hai possibilità di sviluppare te stesso, di realizzarti. E allora tanto meglio stare dentro il narcotraffico”.