"Il rilancio di Torino parte da Mirafiori", recita lo striscione che apre il corteo e condensa in una frase il senso della manifestazione, la prima, unitaria, di tutti i sindacati metalmeccanici dopo 15 anni nel capoluogo piemontese, che lega la sua storia a quella dell'auto. In più di 5.000 attraversano il centro di Torino per chiedere, con forza, il rilancio del settore auto in crisi a causa dell'aumento della cassa integrazione per lo stabilimento di Mirafiori e la diminuzione delle vetture prodotte, denunciano i sindacati, che aprono la marcia alla società civile ma senza bandiere di partito. I messaggi sono tutti per l'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, che i rappresentanti dei lavoratori hanno incontrato mercoledì scorso, proprio qui a Torino. "Rispondono a Tavares lavoratrici e lavoratori di Mirafiori e la città di Torino, che oggi ha incrociato le braccia per chiedere lavoro e dignità. Noi vogliamo contrattare un futuro produttivo a Torino che garantisca l'occupazione e finalmente si torni a progettare e a creare 200mila vetture a Torino. Torino deve tornare ad essere la capitale dell'auto in Italia e in Europa". "Le produzioni si stanno dimezzando. L'unica risposta è un nuovo modello: largo consumo che rilanci l'occupazione, che rilanci lo sviluppo di questa importante realtà per il Paese". "Noi ci aspettiamo da Tavares un incontro vero, lo abbiamo chiesto a Meloni e a Tavares. Adesso aspettiamo questo incontro, perché le cose non dette sono pericolose". Al corteo partecipano anche il sindaco di Torino e il presidente della Regione, che invitano Tavares a rispettare gli impegni presi. C'è però chi, ai due politici, chiede conto di un selfie troppo entusiasta con l'AD di Stellantis. E poi, in piazza insieme agli operai, dopo 44 anni ci sono anche loro, gli impiegati dell'associazione quadri e i capi Fiat, i colletti bianchi di Mirafiori, che non manifestavano dal lontano 1980. "Siamo preoccupati. L'azienda sta facendo degli investimenti nel territorio di Mirafiori, però non è sufficiente questo, bisogna dare delle certezze".