Loro hanno bisogno di socialità, hanno bisogno di stare insieme, hanno bisogno di fare didattica in presenza ancor di più a quest'età sicuramente. Genitori, insegnanti e studenti in piazza per gridare il loro no alla didattica a distanza lo fanno al microfono, in piedi su una panchina, a mò di palco improvvisato con gli slogan disegnati sui cartoncini davanti alla sede della regione nel centro di Torino. Il flash mob è organizzato dal comitato Priorità alla Scuola, centri commerciali aperti, musei e scuole chiuse, cultura e istruzione non sono una priorità in Italia, denunciano. Noi chiediamo che la scuola sia sempre l'ultima cosa ad essere chiusa in questo paese. Accettiamo che la scuola venga chiusa in caso di emergenza solo se è chiuso anche tutto il resto, altrimenti la scuola deve essere un presidio sociale, culturale che deve rimanere aperto fino all'ultimo momento possibile. La dad impoverisce gli studenti, li priva della socialità del contatto umano, aggiungono, ma non è l'unico problema, perché questa didattica che arriva attraverso uno schermo acuisce le differenze tra classi sociali. Ho ancora tanti allievi che seguono da un cellulare di 6 pollici, questo non è ammissibile, non è didattica, non è scuola. 1000700 bambini in povertà in Italia, così crediamo che loro veramente siano raggiunti dalla didattica a distanza come se fossero a scuola? Questa è un'illusione, è una pura illusione.