Sono oltre 85000 le cattedre vacanti, quelle cioè rimaste senza insegnante per il prossimo anno scolastico 2020-2021. Un record, visto che se ne contano circa 20000 in più rispetto all'anno precedente. Situazione che non dipende dall'attuale Ministro, sottolinea la CISL Scuola, si tratta invece del risultato di una politica che negli ultimi quattro anni con i concorsi bloccati ha favorito procedure che non hanno garantito la stabilizzazione dei precari già in servizio da anni. Graduatorie esaurite soprattutto al nord. E a risentire di più della mancanza di insegnanti sono gli istituti superiori, seguono medie, primaria e scuola dell’infanzia. Dati che evidenziano ulteriori complicazioni in prospettiva rispetto al regolare svolgimento delle lezioni, ulteriori, perché i problemi, dal 14 settembre, quando si tornerà in classe, non sono pochi. A partire dalle aule con i banchi singoli, in nome del distanziamento. La necessità di provvedere ad arredi rinnovati, il recupero di istituti dismessi, e le lezioni da organizzare anche in altre strutture, magari cinema, musei, teatri, nel caso in cui gli spazi della scuola non fossero sufficienti sulla necessità di garantire la sicurezza in chiave anti Covid, si muovono anche i presidi, che assieme ad Enti locali e sindacati hanno iniziato un monitoraggio degli istituti e già avvertono il 20-30% ha bisogno di ristrutturazioni e sarà necessario ricorrere a spazi esterni.