Ho inviato la richiesta via e-mail il 24 agosto e dopo due giorni mi è arrivata una risposta con la promessa di un contatto, insomma di un appuntamento. Durante la telefonata che mi è arrivata mi è stato chiesto se il mio medico di famiglia aveva diritto alla campagna e mi è stato detto che sarei stata poi ricontattata, ma sono qui ormai da cinque giorni ad attendere invano, insomma, questo appuntamento. I docenti sono stati i primi durante il lockdown a esigere i tamponi, sono stati quelli che si sono battuti contro la didattica a distanza e per rientrare a scuola in sicurezza e in presenza, ma in questi giorni si assiste a una mera campagna denigratoria verso gli insegnanti, mentre, invece, non si va al fondo del problema perché ci sono delle difficoltà enormi che noi stiamo incontrando per riuscire a fare questi test. Primo, perché tanti medici, come dicevo, non hanno aderito, poi perché non hanno informazioni sufficienti, poi perché le Asl sono andate anche in affanno. Mancano i kit, ecco. Noi siamo rimasti a casa, ma abbiamo fatto lezione in questi mesi e abbiamo anche lottato per la riapertura della scuola attraverso una piattaforma che si chiama "Priorità alla scuola". Purtroppo tutto quello che avevamo chiesto non è arrivato. Si è trovato il nuovo capro espiatorio che sono i docenti, mentre, invece, fino a un po' di tempo fa erano i runner e i vacanzieri.