Nella giornata mondiale per la sicurezza in rete istituita dalla Commissione Europea il Ministero dell'Istruzione coordinatore del progetto Generazioni Connesse ha ospitato l'evento nazionale. Una serie di webinar cui hanno partecipato istituzioni, politici ed esperti collegati con i giovani delle scuole secondarie per approfondire le opportunità e le criticità connesse al mondo delle tecnologie digitali. C'era anche il Ministro Patrizio Bianchi. "Il mondo digitale non è la DAD. La DAD è stata l'emergenza che abbiamo utilizzato e meno male che c'era, per potere in un qualche modo, in un momento difficilissimo della nostra vita collettiva, mantenerci connessi con tutti. Il digitale è molto di più. Il digitale ci da la possibilità non di chiudere la scuola, ma di aprirla". Punto di partenza i dati della ricerca di Generazioni Connesse, nell'ultimo anno si è ridotto il tempo trascorso on-line dai ragazzi italiani, il 42% sta collegato dalle 5 alle 10 ore al giorno, contro il 59% dello stesso periodo dell'anno scorso e i giovani sempre connessi scendono dal 18% al 12%, complice anche il graduale ritorno alla normalità dopo la pandemia. Aumenta invece il numero di chi si dichiara più informato sui rischi della rete, il 55% dei giovani dice di dover ringraziare i propri docenti. "Tu pensa che io sono una generazione in cui pensavo che la rivoluzione fosse un telefonino per telefonare. Oggi un telefonino è tutto tranne che un telefono per semplicemente scambiare voce. E dire che è uno strumento che tu devi conoscere, governare. Quando guardi il tuo strumento e dici chi è lo smart fra me e lui? Se la risposta è che è il telefono, risposta sbagliata. Lo smart sei tu. La scuola ti da questo. La scuola ti da un brevetto per navigare. Le altre discipline servono ancora più di prima, perché per aprire la mente devi avere un di più di responsabilità. Questa responsabilità te la da solo la scuola".