Ecco i monti Sibillini, proprio nel centro del cratere del sisma che qui ha colpito sessanta comuni. Una prima spruzzata di neve ha già imbiancato le vette, senza scendere, per ora, sotto gli 800 metri. Fa freddo, la notte si gela. Acquacanina è il comune più piccolo di tutte le Marche: 120 abitanti. Ci sono case addirittura del 1600, e anche ciò che non è crollato va demolito. “Anche nelle frazioni dove non si sono avuti crolli, come possiamo vedere in questa abitazione che abbiamo davanti, ci sono dei danni strutturali importantissimi. Ci sono delle filature passanti sui muri portanti a ‘x’”. “Le più pericolose?”. “Sono pericolose, perché in situazioni tipo questo, se viene un’altra scossa forte come le ultime due o tre, il rischio che l’edificio possa collassare è elevatissimo”. Ad Acquacanina vivono tanti pensionati e tra i pastori due famiglie, con la casa e la stalla inagibili, hanno le mucche che pascolano ancora all’aperto. Per loro sono arrivate tre casette di legno, come questa, donate da un comune dell’hinterland milanese, ma ne servono di più. E poi servono le stalle perché, se arriva la neve qui, le mucche moriranno. Anche ad Acquacanina, come in altri comuni montani colpiti dal sisma, si è deciso di rinunciare ai container, in cambio della promessa di casette, novanta tra Acquacanina e Fiastra, entro il 30 aprile, perché l’inverno su queste montagne non fa sconti. La signora Candida ha ottantasei anni. Due settimane fa è scappata a Roma, oggi è tornata per dar da mangiare ai suoi gattini. “Finito. Il paese già era un po’ deserto, adesso è più deserto di prima. Infatti, non c’è più nessuno qua”. Qui si vive di turismo. Questo è uno dei campeggi che si affacciano sul Lago di Fiastra, territorialmente a metà tra i comuni di Acquacanina e di Fiastra, che da gennaio saranno fusi. Queste acque, le acque del lago, quest’anno hanno vinto le Tre Vele di Legambiente come le acque più pulite di tutta la provincia di Macerata. Con 130.000 presenze la scorsa estate, questo lago ha battuto il mare. Ma il terremoto, oltre alle case, ha spazzato via anche i benefici di una crescita economica particolarmente significativa negli ultimi due anni. E con la terra che continua a tremare quale sarà il futuro di questi paesi agonizzanti? “Se il turismo non venisse più a Fiastra, significherebbe morire pian piano. E questa è una cosa che non vogliamo. Noi lavoreremo sodo, ce la metteremo tutta, però abbiamo bisogno dell’aiuto che tutte le persone che amavano questi luoghi tornino”.