Sisma, prosegue il recupero beni e materiali per l'indagine

01 ott 2016
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Si lavora per ripristinare la viabilità. Si lavora più recuperare ancora beni personali e culturali, ma anche materiale utile all’indagine. Si lavora negli uffici comunali impegnati a raccogliere le richieste di verifica di agibilità e di risarcimento. A più di un mese dal terremoto che ha devastato parte del centro Italia, addetti ai lavori e volontari sono ancora impegnati nelle zone colpite, perché “qui deve tornare la normalità” dicono. L’esercito, ad esempio, è impegnato nel ripristino della strada comunale Romanella. “Noi stiamo facendo un intervento di ampliamento della sede stradale, nonché di riqualifica e rinforzo della fondazione stradale”. Per ridare una quotidianità a migliaia di persone, vanno avanti le verifiche di agibilità: oltre 1.600 quelle condotte finora su edifici pubblici e privati. Il 49 per cento, circa, risulta agibile, mentre il 31 per cento è del tutto inagibile. Sulla restante parte bisognerà effettuare dei lavori. Cala il numero degli sfollati: meno di 2.000 le persone ancora alloggiate all’interno delle tendopoli, che mano a mano vengono smantellate. La maggior parte di loro si è sistemata in abitazioni nei paesi circostanti, grazie al contributo autonomo di solidarietà e grazie alla generosità di parenti e amici. Anche a questo proposito, sono in tanti i proprietari delle seconde case ad Amatrice che fanno richiesta di agibilità per poterle, poi, dare in prestito ai residenti. Purtroppo, però, tante case sono da rifare del tutto. “È inagibile. Noi viviamo a Roma, non qui. Era una seconda casa in cui vivevamo 4-5 mesi l’anno. L’importante è che ci siamo salvati”. “Da levare, da buttare giù”. Qualcuno si è arrangiato con roulette e camper. Altri si sono sistemati nei MAP dell’Aquila e c’è, poi, chi ha deciso di andare negli hotel sulla costa. L’intenzione dei cittadini è di non allontanarsi troppo, perché è qui che sono state aperte le scuole ed è qui che si incentivano commercianti e aziende agricole a ripartire. “Se vanno via le persone, come facciamo ad andare avanti?”, si chiedono in tanti. L’attenzione deve restare alta anche per non veder sparire alcuni dei borghi più belli d’Italia.

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