Prendete, per esempio, la statale di Milano. Al test di Medicina si sono presentati 3380 candidati per 350 posti: quindi solo un aspirante dottore su 10 ce la farà. Ed è così anche per Odontoiatria, Veterinaria, Architettura. Insomma, alla fine nel nostro Paese, al 40% dei corsi si accede solo dopo aver superato un test. Con inevitabile perdita di tempo - a volte i ragazzi ripetono la prova anche per 2/3 anni consecutivi – e ovviamente perdita di soldi: perché prepararsi ai test costa. E non tutti possono permetterselo! E allora, puntuali, anche quest’anno sono fioccate le proteste contro un sistema di sbarramento introdotto nel 1999 per rispondere a una esigenza fondamentale: assicurare qualità formativa a un numero ragionevole di ragazzi. A 20 anni di distanza la situazione è al palo: il numero chiuso persiste perché mancano aule, docenti e risorse. Intanto Lega e 5 stelle hanno promesso lo stop al numero chiuso e una rigorosa riforma dell’università. A partire dal contrasto ai concorsi truccati. Compito affidato a Daniele Giarrusso: una ex iena sarà in grado di porre fine al baronato?.