L'aggettivo "Nuovo" accanto al carcere di Sollicciano è ingannevole. La struttura ispirata ad un giglio, simbolo di Firenze, ha poco della grazia del fiore. Il ventenne detenuto suicida aveva fatto reclamo per cimici e topi in cella al tribunale di sorveglianza, ipotizzando il reato di tortura. L'udienza si era svolta il 22 maggio ma la decisione non è arrivata in tempo. È giorno di visite e i parenti confidano le difficili condizioni di vita nel carcere. Una coppia di genitori è in attesa di entrare a trovare il figlio. "Cosa le ha raccontato?" "Che c'è un degrado allucinante. Pieno di pulci, topi, non c'è acqua nelle celle." "Io sono la mamma, anche il cibo non è mangiabile, l'ha trovato sporco, infatti noi tutte le settimane gli portiamo da mangiare e per farlo stare tranquillo chiaramente dobbiamo anche fargli un piccolo bonifico tutte le settimane. E quindi io mi chiedo quei ragazzi che magari non hanno genitori fuori come fanno con un degrado così?" Nel carcere dove c'è stata la rivolta e il fuoco è tornata alla normalità, nel bene e nel male. Sono 550 i detenuti a fronte di una capienza di 480 persone ma almeno una decina di camere, dove la temperatura sfiora comunque i 50 gradi, è inagibile. "Quali sono i più gravi problemi di Sollicciano?" "Sono quelli ormai che ci ripetiamo da molto tempo, quelli strutturali prevalentemente, e poi sovraffollamento." Alcuni interventi da oltre 4 milioni di euro sono a compimento, ma da soli non faranno la differenza. "Se non c'è parallelamente il discorso di meno persone, quindi interventi per diminuire l'affollamento è chiaro che non riusciamo mai a trovare una compatibilità fra la struttura e la condizione di vita all'interno di questa struttura.".