“Me lo ha detto il Vaticano di spingere quella donna”. La confessione di Igor Trotta, il quarantasettenne che venerdì avrebbe spinto sotto un treno della linea B della metropolitana di Roma una donna che stava aspettando in banchina, è il racconto di un uomo fortemente turbato. In cura psichiatrica da 27 anni, durante l’interrogatorio ha farfugliato frasi sconclusionate, frutto della mente di una persona con problemi mai realmente risolti. Chi lo conosce lo descrive come una persona tranquilla, che non ha mai fatto male a nessuno. Molto religioso, ascoltatore di Radio Maria, ogni domenica andava a sentire l’Angelus del Papa a San Pietro. Eppure qualcosa è successo venerdì, quando, preso da un raptus improvviso e imprevedibile, come scrive nell’ordinanza di convalida del fermo il PM Alberto Pioletti, ha spinto Micaela Castro Pizarro sui binari. È stata una spinta decisa. Le immagini delle telecamere di sorveglianza mostrano l’uomo posizionarsi prima dell’arrivo del treno per attendere il passaggio e poi dare la spinta alla sua vittima. La donna è viva per miracolo. Ha perso una mano. In un letto del San Camillo continua a combattere sotto sedazione. Le sue condizioni si stanno stabilizzando anche se resta grave. Quanto è avvenuto nella stazione Eur Fermi ha destato particolare allarme e preoccupazione. Non è stato un gesto d’ira al termine di un alterco, ma il frutto di un impeto senza senso. Micaela è stata una vittima inconsapevole e casuale di un episodio il cui protagonista potrebbe essere chiunque di noi, vittima di una follia che non si può controllare.