Poco meno di due ore di interrogatorio in cui il diciassettenne ripercorre momento per momento la notte in cui ha ucciso il fratellino, la mamma e il papà nella villetta di Paderno Dugnano. Poi il Gip Laura Margherita Pietrasanta ha deciso, Riccardo resta in carcere. Respinta la richiesta del legale di trasferire il giovane in una comunità; pesano su di lei le aggravanti la singolare ferocia e l'accanimento nei confronti delle vittime con le diverse decine di coltellate su ciascuno dei parenti, ma anche la preordinazione dei mezzi. il tentativo della Difesa quindi di smontare l'idea della premeditazione sostenendo che la strage fosse stata ideata quella sera stessa non ha convinto e pesano anche quelle che il GIP definisce una propensione a cambiare ad usare la versione dei fatti oltre alla incapacità a controllare i propri impulsi che rende il giovane socialmente pericoloso i miei genitori Sicuro mi hanno parlato chiedendomi perché avessi l'arma in mano ha riferito Riccardo raccontando di quella sera durante l'interrogatorio dopo la strage riferisce anche di aver chiuso loro gli occhi, forse per pietà, dice, già da qualche anno rivela aveva iniziato a sentirsi un estraneo, il suo legale preannuncia la richiesta di una perizia psichiatrica. "Per valutare se questo disagio di cui lui ha parlato, se questo malessere di cui lui ha parlato in realtà non nasconda un disturbo più grave che l'ha portato a commetter quello che ha commesso" In mattinata prima dell'interrogatorio erano arrivati al Beccaria di Milano anche i nonni del diciassettenne gli unici parenti che gli restano.