13 vite spezzate all'alba di una domenica di sorrisi. 13 giovani morti a bordo di un pullman sulla strada per Tarragona, sotto il cielo della Catalogna, oltre tre anni fa. È il 20 marzo del 2016. Un convoglio composto da cinque mezzi sta rientrando a Barcellona. Su uno di questi pullman viaggiano 57 ragazzi. Hanno visto brillare i fuochi d'artificio nella notte di Valencia. Hanno tutti tra i 20 e i 29 anni. Vengono da 22 paesi differenti, stanno vivendo l'avventura europea dell'Erasmus. Sono le 6:00 del mattino. Molti dormono sui loro sedili. Poche le cinture allacciate. Improvvisamente il pullman sbanda, si rovescia su un fianco e si schianta contro un mezzo sulla corsia opposta, finendo la sua corsa in una cunetta. È una strage. I ragazzi vengono sbalzati via nell'urto. In 13 perdono la vita. Tra loro anche sette studentesse italiane. C'erano Elisa e Lucrezia, insieme a loro Serena e Francesca, poi Elena, Elisa e Valentina. Erano arrivate in Spagna da diverse zone d'Italia, con la curiosità di scoprire, conoscere e condividere studi ed esperienze di vita differenti. Sul posto arrivano i soccorsi ma per loro non c'è nulla da fare. Le autorità catalane parlano fin da subito di possibile errore umano. La visibilità era buona, così come le condizioni della strada. Nessuna buca pericolosa sulla corsia. Si pensa ad un colpo di sonno dell'autista, uscito dallo schianto con ferite lievi. Si parla, senza riscontro, di un guasto ai freni, poi della pioggia e dell'asfalto scivoloso e sulla strada per arrivare alla verità spingono con grande forza le famiglie di chi ha perso la vita su quel pullman, in quella che viene ricordata come la strage delle studentesse. Resta indelebile il ricordo di quelle 13 vittime e il sorriso di sette ragazze italiane, sette giovani europee con il sogno dell'Erasmus.