Circa vent’anni, venticinque al massimo, carnagione chiara. Si sa questo e poco più del giovane che, nella notte tra domenica e lunedì, ha violentato a Villa Borghese, polmone verde nel cuore di Roma, una senzatetto tedesca di cinquantasette anni. Forse un polacco, ma parlava italiano: la vittima lo ha descritto così. Il suo, però, è un racconto confuso, a tratti lucido e a tratti più vago e sommario. Qualcuno ha detto di aver visto un venticinquenne polacco dormire a Villa Borghese nelle notti immediatamente precedenti alla violenza. Accento dell’est e pelle chiara: potrebbe essere il giovane descritto dalla donna tedesca. Ma di lui adesso non c’è più traccia. La procura ha aperto un fascicolo per violenza sessuale contro ignoti, mentre la polizia ha acquisito e sta ora analizzando le immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza della zona, le telecamere della sede del Cnel, a due passi dall’ingresso del parco, e del liceo francese Chateaubriand. Gli agenti hanno anche sequestrato i vestiti che la donna indossava la notte dello stupro. Eventuali tracce biologiche potrebbero servire a ricavare un Dna da confrontare con quello di uomini già schedati. Ieri alcuni senzatetto che frequentano abitualmente il parco sono stati interrogati dagli investigatori, ma non è un lavoro semplice. L’elemento più solido di queste indagini resta la ricostruzione della cinquantasettenne, insieme alla testimonianza del tassista che, quella notte, intorno all’una, l’ha trovata e soccorsa. “Poco prima di piazzale Flaminio mi è apparsa una donna completamente nuda, con i polsi legati”, ha raccontato l’uomo. “Sul momento mi sono spaventato, poi ho capito che mi stava chiedendo aiuto”.