Ariano Irpino, Biella, poi Sassari e Teramo in meno di 48 ore sono 4 i detenuti nelle carceri italiane che si sono tolti la vita due di loro avrebbero finito di scontare la pena nel 2026. Sono solo gli ultimi di un elenco che da inizio anno conta già 43 suicidi in cella 44 considerando anche il giovane che si è tolto la vita nel CPR di Roma. Uno ogni tre giorni, sono per lo più giovani, spesso condannati a pene non lunghissime, in molti casi appartengono a quella schiera di 15000 persone detenute che non hanno ancora una sentenza definitiva. Numeri indegni di un Paese civile, denunciano i Sindacati di Polizia Penitenziaria, mentre l'Associazione Antigone che si batte per i diritti nelle carceri parla di una vera e propria emergenza nazionale a fronte di una situazione di sovraffollamento sempre più grave, con oltre 14000 persone detenute senza un posto regolamentare. "Il suicidio è la spia di una condizione insostenibile al di là se c'è un collegamento diretto o meno e ce l'ha un effetto la condizione di sovraffolamento 13, 14, 15 persone che usufruiscono di questa stanza di questa cella con letti uno sopra l'altro, tre piani con un servizio igienico che veramente è vergognoso c'è una latrina alla turca altro che immagini e interviste che abbiamo sentito". Un allarme quello dei suicidi in cella che non più tardi di qualche giorno fa aveva portato il Consiglio d'Europa a siglare un documento in cui esprimeva grande preoccupazione ammonendo le autorità del nostro Paese ad adottare efficaci azioni e una maggiore trasparenza delle informazioni. "Un primo intervento potrebbe essere un segnale quello della liberazione speciale anticipata, noi abbiamo un numero elevato di presenze all'interno delle carceri di soggetti che devono scontare da un giorno a 24 mesi, un numero elevatissimo che potremmo risolvere in maniera completamente differenti".