Ha superato ancora una volta il confine italiano, Marco Cappato, per accompagnare una persona nel suo ultimo viaggio, prima del suicidio assistito, e ancora una volta si è autodenunciato ed ora risulta indagato. Il tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, è arrivato in Svizzera giovedì, dove ha accompagnato alla clinica Dignitas di Forch, poco lontano da Zurigo, Romano 82 anni, malato di Parkinson. In auto con lui anche la moglie, seguiti dal resto della famiglia. Un'altra inchiesta, dunque, per Cappato, già indagato per aiuto al suicidio per il caso della 69enne veneta, Elena Altamira, malata terminale di cancro, deceduta nella stessa clinica la scorsa estate. Una battaglia legale già nota a Cappato, che si è battuto a fianco di Fabiano Antoniani, detto Dj Fabo, morto nel 2017 nella stessa clinica svizzera, accompagnato da Cappato, finito poi sotto inchiesta. E grazie alla sentenza 242 della Consulta, che ne è scaturita, il suicidio assistito in Italia è legale quando il malato che ne fa richiesta è affetto da patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, ma deve essere anche tenuto in vita artificialmente da trattamenti di sostegno vitale. Condizione che in questi due casi mancava ed è per questo che si potrebbe arrivare a processo. Anche nel caso di Romano, gli inquirenti sentiranno i testimoni e lo stesso Cappato, come è già avvenuto nelle settimane scorse per il caso di Elena Altamira.