La torre pende ancora, ma sempre di meno. Negli ultimi dieci anni la sua inclinazione è stata ridotta di circa 1.900 arcosecondi, corrispondenti ad una diminuzione dello strapiombo della settima cornice rispetto al piano di fondazione di 46 cm. Possiamo dire, senza allarmismi retrodatati, di aver rischiato di perdere uno dei monumenti più famosi al mondo. Adesso una mano per controllare il suo stato di salute viene anche dal cielo: il campanile rientra nel piano straordinario di monitoraggio per edifici vulnerabili nato in seguito alla tragedia del ponte Morandi. "Il satellite passa su uno stesso punto tante volte e quindi registrando con i sistemi di interferometria i movimenti di quel punto che è stato indicato, può dirci che cosa succede nell'arco di un anno, nell'arco di 2, nell'arco di 10. E sono esattamente quei dati che a noi servono per capire i movimenti del terreno, la stabilità di un edificio, quello che succede in un contesto". La stabilizzazione della torre è stata una grande opera scientifica ottenuta sul finire degli anni '90 grazie alla tecnica di sottoescavazione, l'asportazione cioè di una piccola quantità di terreno al di sotto del lato nord. Un'operazione guidata da un team di grande coraggio e competenza, di cui faceva parte il professor Viggiani. "La torre sta benissimo. Non solo sta bene ma, per il momento, migliora progressivamente". Il campanile, infatti, continua a raddrizzarsi con un moto lentissimo e progressivamente sempre più lento. Il comitato di sorveglianza ritiene che prima o poi si fermerà e che la torre rimarrà pendente, così come la vogliamo tutti. Ma anche se questo non dovesse accadere, per vederla eretta sarebbero necessari circa 4.000 anni. Avremo tempo, quindi, per intervenire.