La sezione isolamento blu del carcere di Trapani era un girone dell'inferno; dalle cartelle inchiesta che hanno portato all'arresto di 11 agenti della polizia penitenziaria e la sospensione di altri 14 per il reato di tortura viene fuori un quadro agghiacciante. Abusi di ogni tipo, percosse e manganellate; detenuti che venivano bagnati con il lancio di buste d'acqua e di urina, nessun rispetto per la dignità dell'uomo. Azioni che andavano contro la persona umana per le quali i magistrati all'ordinanza citano anche la convenzione ONU contro il reato di tortura. Insomma, un vero e proprio inferno durato almeno tre anni. La prima denuncia da parte di un detenuto, infatti, è arrivata nel 2021; in quel momento è partita l'inchiesta della procura di Trapani nella sezione isolamento blu fino ad allora scoperta sono state installate delle telecamere nascoste. Telecamere che hanno ripreso ogni sorte di abuso, registrati i dialoghi tra le guardie carcerarie che si mettevano d'accordo per pulire i detenuti che a loro dire si erano ribellati a quelle che erano state le loro indicazioni. A subire abusi, anche i carcerati con problemi psichici. Gli agenti della penitenziaria coinvolti avrebbero secondo l'accusa anche falsificato le relazioni di servizio giustificando le loro azioni sostenendo di essere intervenuti per sedare le rivolte mai avvenute. L'inchiesta non si è ancora conclusa. Al vaglio degli inquirenti la posizione di altre 20 persone che al momento sono indagate a piede libero.