La sentenza di primo grado è stata confermata: la prima sezione della Corte d'Appello di Palermo ha assolto Calogero Mannino, con formula piena, per non aver commesso il fatto. L'accusa aveva chiesto per l'ex Ministro della DC, imputato nel processo stralcio sulla cosiddetta trattativa stato – mafia, la condanna a nove anni, contestandogli la minaccia a corpo politico dello Stato. Secondo la Procura, Mannino aveva avuto un ruolo determinante nella trattativa che prevedeva concessioni ai boss, in cambio della parola fine alle stragi di mafia. Aveva avviato i contatti tra i Carabinieri del ROS e Cosa Nostra, temendo per la propria vita, dopo la decisione di Riina di vendicarsi di chi, tra i politici, non aveva mantenuto le promesse. Mannino aveva scelto di essere processato con il rito abbreviato, la sua posizione era stata separata da quella dei coimputati, gli ex ufficiali del ROS Mario Mori, Giuseppe De Donno e Antonio Subranni, l'ex senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri, Massimo Ciancimino e i boss Bagarella e Cinà. Tutti condannati a pene pesantissime dalla Corte d'Assise di Palermo, che con quella sentenza di primo grado, nell'Aprile 2018, ha certificato che la trattativa di fatto c'è stata. “Oggi, invece, parlano la sentenza che conferma l’assoluzione e le assoluzioni in tutti gli altri processi in cui sono stato trascinato in questi anni” ha commentato l'ex Ministro ottantenne, che non era presente alla lettura del dispositivo in aula e ha appreso il verdetto dal suo legale.