"Si parla di due milioni e mezzo di screening mancati e di un calo del 18% per quanto riguarda gli interventi chirurgici. Questo però dobbiamo ricordare è un fenomeno guidato soprattutto dall'anno 2020 quindi a inizio pandemia quando effettivamente il sistema sanitario è andato totalmente in crisi e ci siamo dovuti.. ci siamo trovati ad operare in un contesto che ha voluto.. che c'ha obbligato a fare delle scelte e in questo momento, certo, alcuni servizi non ritenuti emergenti, tra cui gli screening, sono stati momentaneamente sacrificati. Purtroppo la pandemia è arrivata forse in uno dei momenti più entusiasmanti per quanto riguarda l'oncologia perché diciamo che negli ultimi anni si sono davvero concretizzati alcuni aspetti relativi alla medicina di precisione, ai nuovi farmaci a bersaglio molecolare, alla possibilità proprio effettivamente di dare il miglior trattamento al paziente giusto, e che davvero negli anni addietro erano magari ipotesi, erano ipotesi di studio, e che proprio a ridosso della pandemia avevano realmente concretizzato dei risultati importanti in termini proprio di mesi o anni di vita guadagnati". "Un aspetto fondamentale per i pazienti, anche per i loro familiari, è l'assistenza domiciliare. Anche questo.. anche quest'attività, insomma, ha subito notevoli ritardi?", "Purtroppo i servizi sul territorio sono stati praticamente tutti precettati per quanto riguarda l'emergenza Covid e questo sarà un punto su cui fare dei grossi investimenti, non solo economici, perché qui il problema è proprio fare degli investimenti nel formare personale che lavorino da ponte tra le strutture sanitarie e il territorio".