Accordo annullato, atti amministrativi trasmessi alla Corte dei conti, è quanto deciso dal Tar che ha bocciato l'intesa tra il Policlinico San Matteo di Pavia e la Diasorin sui test sierologici e la delibera della Regione Lombardia che senza bando ha affidato alla multinazionale i test. A presentare il ricorso al tribunale amministrativo la Tecno Genetics concorrente della Diasorin. Si è trattato di alterazione della concorrenza per i giudici, poiché, si legge nella sentenza, mediante l'accordo il Policlinico ha acconsentito ad un particolare operatore economico scelto senza il rispetto di alcuna procedura ad evidenza pubblica, di conseguire un nuovo prodotto che rimane nell'esclusiva disponibilità e commerciabilità dell'operatore stesso. La Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia, aggiungono ancora i togati ha posto Diasorin in una posizione illegittimamente privilegiata rispetto agli altri operatori del mercato in cui opera. Con il risultato di determinare una distorsione della concorrenza. In pratica, si legge ancora nella sentenza, la Fondazione ha impegnato risorse pubbliche materiali ed immateriali, con modalità illegittime ed è per questo che sarà chiamata in causa alla Corte dei conti. E' il 23 aprile quando in Lombardia sono stati effettuati i primi test sierologici. Test che rilevano la presenza di anticorpi dopo l'infezione da covid. Via libera che arriva dopo aver stipulato l'accordo che prevede che la società versi una royalty dell'1% per tutti i test venduti nel mondo. Ricavi che il San Matteo, avrebbe investito poi nella ricerca. Un accordo definito inefficace dei giudici. Faremo appello con urgenza al Consiglio di stato ha fatto sapere, Venturi, il Presidente della Fondazione San Matteo di Pavia. La verità è venuta a galla, ha commentato Roberto Francese Sindaco di Robbio, cittadina del pavese, che per primo ha condannato la scelta della regione di affidare i test a Diasorin, senza un bando. Nel suo comune 400 persone hanno rivelato valori molto alti di anticorpi, dopo avere effettuato un altro test, lo stesso utilizzato in Emilia Romagna, test che la Lombardia ha vietato.