In alcuni Stati membri, la situazione, ora, è addirittura peggiore rispetto ai picchi di marzo, avverte la commissaria europea alla salute, Stella Kyriakides, presentando l'aggiornamento del rapporto sulla pandemia messo a punto dall'ICDC, il centro europeo per il controllo delle malattie. L'evoluzione è molto preoccupante, questa – spiega – potrebbe essere l'ultima possibilità per evitare che si ripeta quanto accaduto a primavera. Se alcuni Paesi sono finiti in questa situazione, si legge nel report, è perché le misure adottate sono stati inefficaci, sono state applicate male o non sono state rispettate dalla popolazione, perché in effetti, tra le raccomandazioni non c'è niente di nuovo: la popolazione è invitata all'igiene delle mani, al distanziamento, alla ventilazione degli ambienti; i Governi a testare, tracciare, fare scorte adeguate di farmaci e dispositivi di protezione, avere un numero adeguato di posti letto negli ospedali. Quanto alla durata della quarantena, che Parigi e Bruxelles hanno da poco accorciato a una settimana, la nostra indicazione resta a 14 giorni, spiega la direttrice dell'ICDC, Andrea Ammon. Ma l'evoluzione dell'epidemia non è uguale in tutta l'Unione, i Paesi sono stati classificati in 3 categorie, il rischio più alto è, oggi, individuato in Spagna, Romania, Bulgaria e Ungheria, preoccupante in Austria, Danimarca, Francia, Belgio e Svezia. La buona notizia è che l'Italia, insieme, tra gli altri, alla Germania, alla Grecia e alla Polonia, è tra i Paesi dove la situazione, in questo momento, è più stabile e dunque meno preoccupante.