Si celebra oggi, per il 23esimo anno, l'alimento più consumato al mondo. Nuntio vobis gaudium magnum, abemus pastam! Sì, la pasta del resto è tante cose da sempre, non è solo cibo, non è solo grano, è storia, cultura, sentimento, è pausa pranzo, intanto. L'80% dei lavoratori in Italia, la cerca tra mezzogiorno e le due. È made in Italy, da noi se ne producono quasi 4 milioni di tonnellate del totale di 20, al mondo. È economia, con una filiera infinita di centinaia di imprese e migliaia di aziende agricole. È costume, che ci dice come cambiamo, col boom di integrale, riso, gluten free, alternativa, proteica, vegana, bio o sempre e comunque pastasciutta. E la pasta è sempre Italia. In un anno, dati Coldiretti, noi primo posto ovviamente, ne mangiamo 23 kg e mezzo a testa, mi raccomando, in un anno. Curioso il podio, secondo posto con 17 kg la Tunisia e a seguire, Venezuela e Grecia. Attenzione poi, perché la pasta è pur sempre fatta della stessa materia di cui ecco, non sono fatte le diete. La pasta cambia con noi e quando non siamo noi ad andare da lei, è lei che viene da noi. Deliveroo fa sapere che sulla sua piattaforma, gli ordini di pasta sono cresciuti del 135% e con la pandemia, quattro italiani su dieci, l'hanno fatta almeno una volta in casa. È il mattarellum alimentare, è modo di mangiare, modo di dire: "avere le mani in pasta", anche se nell'800 a Napoli si impastava con i piedi. È amicizia, vedersi per un piatto di pasta. È varietà, sono oltre 300 i formati diversi a oggi. Insomma sì, la pasta non pasta mai!.