Accanto a me ho il professor Sabino Scolletta, che è il direttore della terapia intensiva, reparto d'emergenza e urgenza dell'Ospedale di Siena. Professore, come ha trascorso questa terza notte Alex Zanardi? Alex ha trascorso un'altra notte di stabilità con buoni parametri cardiovascolari, buoni parametri respiratori e buoni parametri metabolici. È chiaramente un paziente che abbiamo necessità di tenerlo sedato e collegato ancora naturalmente alla macchina che è il ventilatore meccanico, ma ha un buon adattamento e gli scambi respiratori sono ottimali. Siamo molto contenti. Continuiamo il nostro neuromonitoraggio, come in questi casi naturalmente, e anche questa notte il neuromonitoraggio ha mostrato parametri di stabilità. Come ho avuto occasione di dire, questo dato va preso con tanta cautela ovviamente, perché il quadro neurologico grave potrebbe in qualche modo avere delle evoluzioni anche repentine, ma tutto sommato le condizioni generali restano stabili e siamo soddisfatti di questo quadro clinico. Ecco, professore, la giornata di oggi è importante. Ci sarà una prima riunione collegiale per pensare a cosa fare in questi giorni. Sì, le riunioni collegiali in effetti sono continue perché anche se noi ci riuniamo fisicamente, telefonicamente, siamo sempre in contatto con i colleghi neurochirurghi, quindi che l'hanno naturalmente avuto incarico nelle prime ore. Quindi sarà una decisione importante nelle prossime ore, ma preferirei dire forse nei prossimi giorni. Attendiamo che questa stabilità, appunto neurologica, continui e questo ci consentirà nei prossimi giorni, nelle prossime ore, di decidere quando cominciare a superficializzarlo, quindi a sospendere progressivamente la sedazione per valutarlo anche neurologicamente. Speriamo che questo vada a buon fine nei prossimi giorni. Professore, lei ha parlato di stabilità. C'è però ancora pericolo di vita? Il pericolo di vita c'è sempre in un paziente ricoverato in terapia intensiva. La terapia intensiva accoglie pazienti critici. Nel suo caso il pericolo potrebbe essere legato ad una complicanza repentina che coinvolga naturalmente il tessuto cerebrale, quindi, che il danno neurologico possa in qualche modo destabilizzare questa condizione di stabilità cardiovascolare e respiratoria. Tuttavia, ecco, le tre notti appena trascorse, questi tre giorni, ci hanno mostrato parametri stabili e quindi confidiamo che questo possa ancora continuare nei prossimi giorni. Professore, a proposito di questa stabilità, che cosa attendete adesso? Lei diceva decideremo nei prossimi giorni quando risvegliare. C'è un tempo minimo appunto che deve trascorrere prima di procedere al risveglio? Abbiamo bisogno di tenere a riposo il cervello. Questo è il concetto fondamentale e per potersi riposare il cervello ha bisogno di sedativi e quindi questo naturalmente ci consente di ridurre il metabolismo cerebrale e facilitare l'ossigenazione dei neuroni. Da questo punto di vista più il tempo passa, più il tessuto nervoso viene conservato, viene messo a riposo e questo ci consentirà nei prossimi giorni di poter sospendere i sedativi per poterlo valutare. Tutto, come dire, al tempo debito.