Non bastavano le grane con il fisco. Amazon adesso finisce sotto la lente dell’Autorità per le comunicazioni che avverte il colosso delle vendite online: entro quindici giorni dovrà procurarsi le autorizzazioni per svolgere il servizio postale. Amazon è un grande supermarket virtuale. Impacchetta e invia ai clienti quello che vende su internet e per questo l’Agcom le ha inviato questa diffida ritenendo che due società controllate dal gigante americano nel nostro Paese svolgano l’attività di corriere. Secondo questa tesi, quindi, Amazon deve rispettare una serie di obblighi. Oltre all’essere sottoposta alla vigilanza della stessa autorità, ci sono infatti una serie di oneri in materia di lavoro. Ed è questo l’aspetto più controverso. Come scrive l’Agcom nel suo provvedimento, quando si svolgono attività postali bisogna rispettare le norme in materia di lavoro del settore in questione ed essere in regola con i contributi. Le due società, controllate dalla capogruppo Amazon, impiegano più di 1.600 dipendenti, quasi tutti concentrati a Castel San Giovanni, vicino a Piacenza, nello stesso stabilimento dove il 24 novembre, giorno dei saldi, del Black Friday, per la prima volta si è scioperato. Per Amazon, però, quei lavoratori non fanno i corrieri, ma i magazzinieri e quindi a loro non va cambiato il tipo di contratto. Mentre per la Cgil non ci sono grosse differenze sia per quanto riguarda la paga sia per le condizioni di lavoro tra le due categorie. Almeno su questo, quindi, aziende e sindacati sembrerebbero d’accordo. Resta da capire allora perché per l’Agcom Amazon faccia anche il postino.