Sugli aiuti europei che pioveranno sui Paesi colpiti dalla pandemia e in particolare sull'Italia, che godrà della fetta più grande, arrivano chiarimenti da Bruxelles. A mettere le mani avanti, come ha detto lui stesso, è stato Paolo Gentiloni, commissario per l'economia: non si potranno usare i soldi per la riduzione generale delle tasse. L'ex Presidente del Consiglio spiega, in linea col ministro del tesoro Roberto Gualtieri, che potranno esserci riflessi sul fisco, cioè imposte più leggere, ma nell'ambito di grandi piani per migliorare l'ambiente e il digitale. Sono questi due i pilastri principali, i due capitoli a cui assegnare più della metà dei quasi 209 miliardi del Recovery Fund destinati all'Italia. Quattrini sotto forma di sussidi e per lo più prestiti a tassi bassi, che arriveranno a partire dalla prossima primavera e scaglionati negli anni. L'Europa chiarisce che le risorse andranno utilizzate per rafforzare la crescita economica, la creazione di posti di lavoro, la lotta alle disuguaglianze sociali e che comunque si dovranno tenere sotto controllo i conti pubblici, un richiamo che vale soprattutto per l'Italia che ha il secondo debito più alto del continente. Gli obiettivi principali del Governo si leggono nel documento consegnato al Parlamento e aderiscono a questa filosofia: incremento medio del prodotto interno lordo dell'1,6%, aumento del tasso di occupazione. Per raggiungere questi traguardi di lungo periodo, i progetti da finanziare (ne sono stati presentati finora oltre 500, per una spesa di tre volte superiore ai soldi disponibili) dovranno indicare con chiarezza costi e impatti economici, ambientali e sociali, indicando tempi e modalità di realizzazione. Tra le proposte con più chance la proroga del “super bonus ristrutturazione”, la banda ultra-larga, l'alta velocità ferroviaria, ospedali più moderni, il risanamento di aree industriali e gli incentiva ai pagamenti digitali. Per realizzare tutte queste idee servono più di 110 miliardi. Ma il Governo prevede anche una serie di riforme; fra queste, quella del fisco: meno tasse per le famiglie e il ceto medio, ma anche tagli di alcuni sussidi, a partire da quelli che favoriscono l'inquinamento, come gli sconti sul diesel, e ancora maggiori imposte sulle cose, cioè i patrimoni. C'è ancora molto da definire, ma non si parla di una generalizzata sforbiciata del fisco.