Aumento tassi BCE, gli effetti sui mutui

23 set 2022
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Dopo che la Federal Reserve ha alzato ancora il costo del denaro per frenare un inflazione ai massimi da 40 anni, anche gli altri istituti centrali sembrano orientati a perseguire la stessa strada. La Bank of England li ha appena riportato ai livelli del 2008, dove erano prima della crisi finanziaria. La Banca Svizzera si è mossa in scia, riportando i tassi sopra lo zero dopo 8 anni. L'unica eccezione resta la Banca Centrale turca che con una inflazione fuori controllo ha tagliato i tassi nel tentativo, dichiarato ma molto discusso, di spingere domande e crescita. Caso isolato. Anche la BCE pare proprio decisa ad aumentare il costo del denaro di un altro 0,75% nella prossima riunione di ottobre. La lotta all'aumento dei prezzi è più importante in questa fase del rischio recessione. Ogni volta che si aumenta il costo del denaro per deprimere la domanda credito, infatti si fa rallentare l'economia. Gli effetti della stretta BCE si faranno sentire solo da fine ottobre allora? No, perché i tassi interbancari, quelli usati dalle banche per scambiarsi denaro tra loro e per concedere prestiti alla clientela già scontano in gran parte le future mosse della Lagarde. Ecco perché i mutui stanno già risentendo della stretta, solo per chi ha in essere un mutuo a tasso fisso ovviamente non ci sono cambiamenti nella rata mensile. Per chi invece ha un mutuo a tasso variabile la rata ha già iniziato a salire e chi si appresta a stipulare un nuovo mutuo troverà in banca tassi più alti rispetto a quelli proposti fino a qualche mese fa. Aumenti per tutta l'eurozona quindi, ma come è messo il cittadino italiano rispetto a quello degli altri paesi vicini? Secondo gli ultimi rilevamenti, abbastanza bene sui tassi variabili che rappresentano però 1/10 circa del mercato, maluccio su quelli fissi. Qui le migliori offerte disponibili per mutui di taglio medio, 120.000 euro e durata 20 anni, arrivano al 2,89% in netto aumento rispetto all'anno scorso ma comunque ancora meglio di Germania e Grecia. Stanno meglio i nostri vicini francesi, che trovano offerte anche sotto il 2%, e spagnoli. Sul variabile invece difficile trovare i tassi iniziali migliori del 1,3% medio offerto dalle banche italiane.

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