Il nome è un diminutivo, quasi vezzeggiativo, aiuta a smorzare le ultime polemiche. La Pandina è una serie speciale della Panda, presentata in una data speciale, perché era il 29 febbraio 1980 quando l'avvocato Agnelli mostro la prima Panda al Presidente della Repubblica Pertini. Un'auto piccola con un ruolo grande: porre fine alle tensioni tra Stellantis e Governo e dimostrare la volontà del gruppo guidato da Tavares di continuare a considerare centrale la produzione in Italia. Il futuro dello stabilimento di Pomigliano d'Arco, vicino Napoli, passa quindi per la Pandina, la versione della Panda più tecnologica di sempre. Nel 2023 la fabbrica ha prodotto 144.000 esemplari. L'obiettivo, per quest'anno, è di 175.000. Di un'auto molto italiana, perché la metà dei componenti sono made in Italy e quasi 6 vetture su 10 vengono vendute nello Stivale. Questo il modello che può rilanciare lo stabilimento di Pomigliano d'Arco. Era già accaduto nel 2012, quando la produzione dell'allora nuova Panda era stata fatta rientrare dall'estero in Italia, proprio qui a Pomigliano. La produzione sarà aumentata del 20% e resterà qui a Pomigliano fino al 2027. Questi i due annunci dell'amministratore delegato di Fiat, Olivier Francois. "Partendo dal nome, Pandina, il diminutivo in Italia significa affetto, no? Dunque, vorremmo lanciare un messaggio di affetto, se non di amore, nei confronti di uno dei nostri due pilastri Fiat: uno è la 500 e l'altro è la Panda. Dunque, oggi volevamo, con un investimento sul prodotto e sulla fabbrica, ribadire e dimostrare l'importanza della Panda attuale nel piano strategico in pieno sviluppo di Fiat in Europa".