I clienti di Banca Etruria erano all’oscuro dei rischi che correvano. I risparmiatori che comprarono i bond subordinati dell’Istituto, quelli più rischiosi e poi azzerati con il salvataggio governativo del 2015, non erano stati messi al corrente di quanto traballante fosse la situazione della banca. I vertici dell’istituto, quindi, nascondevano la verità. Per questo sulle loro teste arriva una pesante stangata. Ambienti vicino alla Consob, la Commissione di controllo sulle società e la Borsa, interpellati da Sky TG24, confermano le indiscrezioni pubblicate da Repubblica ma il valore complessivo delle sanzioni sarebbe superiore a quello citato dal quotidiano e ammonterebbe a circa 2,8 milioni di euro. È una cifra che coincide con quanto Consob aveva proposto qualche mese fa e che sarebbe stata confermata dopo il contraddittorio con i diretti interessati. Tra questi anche Pierluigi Boschi, ex vicepresidente di Etruria e padre di Maria Elena, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. L’autorità di controllo sta notificando le multe ai componenti del consiglio di amministrazione, ormai decaduto, che tra il 2012 e il 2014 mise in vendita una serie di obbligazioni per potersi finanziare. Si tratta, come accennato, dei famigerati bond subordinati, titoli per 120 milioni di euro andati in fumo con il decreto del Governo che evitò il crack con conseguenti perdite per i risparmiatori, poi parzialmente rimborsati, che li avevano comprati ignorando il cattivo stato di salute della banca. Per i manager di Etruria, da gennaio confluita in Ubi Banca, non si tratta della prima sanzione milionaria. A marzo la Banca d’Italia ha multato per 2,2 milioni 27 ex amministratori e altri procedimenti, compreso quello penale, sono in corso.