Se il taglio dei tassi di fine primavera, a giugno, aveva invertito una tendenza al rialzo iniziata due anni prima, ma era rimasto una rondine isolata. Il nuovo taglio di 0,25% deciso dalla BCE in questa coda d'estate, potrebbe invece segnare una svolta decisa nella politica della Banca Centrale Europea. L'inizio di una serie di sforbiciate consecutive, la cosiddetta politica monetaria accomodante, con i più ottimisti che vedono altri due abbassamenti del costo del denaro da qui a fine anno, per un totale di un punto percentuale tondo tondo, tolto nell'intero 2024. Anno in cui l'inflazione ha imboccato una strada di lenta ma costante discesa in eurozona. Ad agosto era al 2,2%, il livello più basso degli ultimi tre anni. La governatrice della BCE Christine Lagarde, come ormai da suo stile consolidato, non si sbilancia però sulle decisioni future. Sul futuro le previsioni della BCE restano caute. I prezzi dovrebbero subire una fugace fiammata nell'ultima parte dell'anno per poi tornare a scendere gradualmente. L'obiettivo del 2% di inflazione fissato nello statuto dell'Eurotower, sarà raggiunto nella seconda metà del prossimo anno. La crescita sarà un po' più modesta di quanto stimato a giugno, zavorrata dalla Germania e dal minor contributo della domanda interna nei prossimi trimestri, recita il comunicato. Denaro a costo un po' più contenuto dovrebbe servire a ridare slancio ai consumi. Eccola la politica accomodante.