Vietato licenziare fino a tutto il mese di giugno, ma con una coda fino a ottobre per alcune categorie. Questo è il messaggio del ministro del lavoro Andrea Orlando che sta mettendo a punto le nuove regole per i lavoratori ai tempi della pandemia, il blocco dei licenziamenti in vigore, con alcune eccezioni ormai da un anno scade a fine marzo sarà rinnovato per altri due mesi per tutti, dopo e fino all'autunno, invece, varrà solo per chi non può accedere alla cassa integrazione ordinaria o uno strumento simile come il fondo di integrazione salariale. L'intento è proteggere più lungo questi lavoratori nella speranza nel frattempo di varare una riforma dei sussidi. Si tratta dei dipendenti delle imprese più piccole, quelle che hanno al massimo 5 addetti e che non appartengono al settore industriale in senso stretto. Parliamo di micro aziende artigiane, agricole, del turismo e del commercio, come negozianti e ristoratori, difficile dire con precisione quante sarebbero coinvolte. Sappiamo però che hanno risentito della crisi, più della metà di chi è stato in cassintegrazione non veniva dal settore industriale e il 39% del totale dei lavoratori che hanno preso il sussidio era impiegato in un'impresa con meno di 10 dipendenti. Molte piccole attività quindi hanno fatto ricorso alla cosiddetta cassa integrazione covid, versione allargata dell'aiuto in vigore in tempi normali. Questa forma di tutela sarà utilizzabile con varie formule e limiti più stringenti rispetto ai mesi scorsi, fino a dicembre, grazie ai 5 miliardi che lo Stato vuole stanziare con il decreto sostegni ancora da approvare.