Capitano d'industria, ironico, elegante, appassionato di pittura, primo tifoso della Juventus, potente e amico dei potenti, amante della vita mondana e delle belle donne, Gianni Agnelli, l'avvocato è stato tutto questo. Mr FIAT, ma anche un pezzo di storia d'Italia, che oggi viene ricordato nel centenario della sua nascita. La vita dell'avvocato è segnata dalla morte del padre Edoardo nel 1935, è da quel momento che il nonno Giovanni, fondatore della FIAT decide che sarà il nipote l'erede del suo impero. Negli anni della dolce vita Gianni vive il mondo dell'alta società, tra Costa Azzurra, Saint Moritz e New York e poi nel 1966 il timone del Lingotto passa nelle sue mani. - Non si può pensare all'avvenire, al successo della FIAT senza pensare al successo della nazione in cui si trova. - Il boom economico, però, è al tramonto, è l'inizio di una lunga stagione di tensione coi sindacati, l'avvocato gioca il ruolo di mediatore. Ma intanto la crisi petrolifera manda al tappeto le vendite ed è l'aiuto finanziario della Libia di Gheddafi a risolvere i problemi. Sono anche gli anni del terrorismo, le proteste operaie e la risposta dei quadri con la marcia dei quarantamila. Agnelli rinuncia ai licenziamenti e rilancia l'azienda. FIAT corre negli anni Ottanta, ma segue una nuova crisi, la malattia, il suicidio del figlio Edoardo, la morte del nipote Giovannino. Un filo costante accompagna la sua vita: salvaguardare la FIAT. Quando Agnelli muore, il 24 gennaio 2003, la crisi infuria di nuovo, i conti sono in rosso, molti si interrogano sul destino del Lingotto. Un destino che da allora ha conosciuto svolte e rilanci e che ha cambiato pelle e anche il nome alla FIAT dell'avvocato.