Sette anni per aggiustare i conti pubblici, a questo punto il Governo nella trattativa con l'Europa che si intensificherà probabilmente in estate, quando a Bruxelles ci sarà un nuovo esecutivo, a giugno si vota, e dopo che le nuove regole di bilancio comunitario avranno assunto una forma definitiva. Sfruttando la flessibilità che queste norme prevedono, Roma in pratica chiederà che il piano di riduzione del debito sia il meno traumatico possibile. La strategia emerge dal Documento di Economia e Finanza, il DEF, presentato in Parlamento che, in attesa della traiettoria che l'Unione Europea indicherà, scatta una fotografia della situazione esistente e non indica gli interventi che si vogliono mettere in campo. Un'indicazione chiara per la prossima manovra però già c'è. Sarà data priorità, scrive nel DEF il Ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti, al rifinanziamento del taglio del cuneo fiscale sul lavoro. Parliamo degli sgravi dei contributi ai dipendenti, 14 milioni di Italiani, che senza proroga della misura approvata a dicembre, da gennaio prossimo, si ritroverebbero una busta paga più leggera, anche 100 euro inmeno al mese. Per mantenere l'agevolazione servono più di 10 miliardi. Otre 4, invece, per confermare il taglio dell'IRPEF, l'imposta sui redditi. Se aggiungiamo gli altri aiuti voluti da Palazzo Chigi, in scadenza a fine anno, il conto lievita quasi 20 miliardi. Si troveranno tutti questi denari? E come? Al momento non lo sappiamo. Sappiamo però che la crescita nel 2024 sarà meno robusta e che il debito è in salita con la zavorra dei bonus edilizi. Bisogna sperare che Bruxelles dia margini sufficienti, altrimenti al Governo non resterà che rinunciare a qualche promessa o tagliare altre spese con ricadute sui servizi ai cittadini o mettere nuove tasse.