Per le borse è stata un'altra settimana nera. Da quando il caso di coronavirus scoperto in Italia ha dato il via a un'escalation che ha fatto emergere migliaia di contagi in Europa e in altri paesi del mondo, e proprio quando in Cina la situazione sembra migliorare, i mercati hanno reagito in modo molto nervoso. L'ultima settimana di febbraio le borse mondiali hanno, come si dice, "bruciato" quasi 5000 miliardi di dollari e la prima di marzo non è andata meglio. Solo venerdì in Europa sono andati in fumo oltre 300 miliardi, 1300 in tutta la settimana, e le principali piazze europee hanno registrato tutte cali tra il 3% e il 4%. Un po' meglio ha fatto Wall Street che comunque, nonostante il taglio dei tassi da parte della Federal Reserve e il dato sulla disoccupazione ai minimi da 50 anni, ha vissuto giorni altalenanti con un andamento da montagne russe. E pensare che nemmeno un mese fa la Borsa Usa aveva toccato livelli record. In compenso, vanno bene i cosiddetti beni rifugio, quelli cioè, ai quali si guarda, quando si prospettano tempi incerti. L'oro mette a segno la migliore settimana dal 2016 con un rialzo del 7%, ma gli investitori guardano anche ai titoli di stato. L'Italia che resta l'epicentro dell'epidemia in Europa, con il maggior numero di contagi accertati, affronta l'emergenza in un contesto in cui l'economia già mostrava segni di rallentamento. L'ultima stima è di Moody's che vede il nostro Pil in calo, dello 0,5% quest'anno. E così lo spread tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi, complici anche gli acquisti di Bund, in due settimane. aumenta di ben 50 punti base e chiude la settimana a 180. L'emergenza coronavirus, infine, sta affossando anche il petrolio, che nell'ultima seduta della settimana ha lasciato sul terreno il 9 %. Opec e Russia non sono riusciti a trovare un accordo, per ridurre la produzione, in un periodo in cui, con le fabbriche ferme soprattutto in Cina, a causa del coronavirus, la domanda di greggio è crollata.