È il fronte sanitario quello sul quale si gioca la partita più importante per cercare di fronteggiare l'emergenza coronavirus. Con l'ultimo decreto “Cura Italia”, il governo mette sul tavolo, per questa voce, complessivamente 3 miliardi e mezzo che trovano negli 1,15 miliardi aggiuntivi per il servizio sanitario nazionale e nel miliardo e mezzo per la Protezione civile, i capitoli più cospicui. Ci sono risorse, poi, per pagare nuove assunzioni. Ne sono già previste 20.000 fra medici, infermieri e tecnici. Gli straordinari di chi da settimane è in prima linea e poi per potenziare i controlli e realizzare nuovi reparti, dentro e fuori gli ospedali. Priorità è l'aumento dei posti letto in terapia intensiva, con un incremento del 50 percento. Per questo anche la sanità privata dovrà mettersi a disposizione delle regioni e la Protezione civile potrà requisire gli alberghi per ospitare le persone in quarantena, mentre il Ministero della difesa potrà approntare nuovi ospedali da campo. Non servirà più l'abilitazione con l'esame di stato per fare il medico. Basterà la laurea, si contano così in circa 10.000 giovani laureati che potranno da subito essere impiegati soprattutto nei servizi territoriali. Ma a loro si potranno aggiungere anche sanitari laureati all'estero, senza che si debba aspettare riconoscimento del titolo e quelli che sarebbero dovuti andare in pensione potranno continuare a lavorare in deroga ai limiti di età. In arrivo anche l'arruolamento temporaneo di 320 fra medici e infermieri militari per tenere testa alla carenza di dispositivi medici, dalle mascherine ai respiratori, contributi a fondo perduto per le imprese. Mentre lo stabilimento chimico militare di Firenze è autorizzata alla produzione di disinfettanti.