Decreto agosto, ipotesi bonus anche per mobili e scarpe

04 ago 2020
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Dopo i dati allarmanti del Pil il secondo trimestre è crollato del 12,4% su quello precedente, qualche debole segnale di ripresa c'è ma va sostenuto proprio in quei settori che con più difficoltà stanno guardando al futuro. Incentivare gli acquisti è il ragionamento che stanno facendo al Governo, per la messa a punto del Decreto Agosto è una delle strade da percorrere, così, giorno dopo giorno, il Bonus Consumi sta diventando una carta sempre più importante da giocare sul terreno della ripresa e l'elenco delle attività che potrebbero trarne un beneficio si allunga, oltre a bar e ristoranti ora si parla d'incentivare anche le spese per: arredi, elettrodomestici, calzature e abbigliamento. È evidente che, però, tutto dipende da quante risorse saranno messe a disposizione. Sui 25 miliardi totali del decreto al Bonus Consumi dovrebbero essere destinati in tutto 2-3 miliardi. Le proposte non mancano. Mentre i Viciministri del Movimento 5 Stelle Laura Castelli e Stefano Buffagni studiano un sistema da spalmare su tutta Italia, il Ministro Pd dei Beni Culturali, Dario Franceschini, vorrebbe concentrare la misura per risollevare il commercio dei centri storici e delle città d'arte, e la Ministra per l'Agricoltura, Teresa Bellanova d'Italia Viva punterebbe piuttosto ad un contributo a fondo perduto di 5.000 euro ai ristoratori per l'acquisto dei prodotti agricoli italiani. Ma oltre al perimetro c'è ancora l'intero meccanismo da definire, che per il Sottosegretario allo Sviluppo Economico del Pd Alessia Morani dovrà essere semplice e non comprenderebbe il commercio online. L'ipotesi più snella sarebbe quella di uno sconto immediato per il cliente che paga utilizzando carte di credito o bancomat, anche per contrastare il nero e l'evasione fiscale, rimborsato poi dallo Stato al negoziante, entro il termine di un mese oppure un accredito di parte della spesa sostenuta direttamente sul conto corrente del consumatore e lo sconto a cui si starebbe pensando non sarebbe affatto piccolo, tra il 20% e il 30% della somma spesa, ovviamente entro un tetto massimo da fissare, che potrebbe essere di 3.000 euro.

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