Dopo il lockdown, come riparte il distretto seta di Como

25 lug 2020
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Quando vengono i cinesi, ai cinesi piace sempre molto la Madonna. E' la Madonna protettrice dei tessitori è dagli anni 50 che è qui da noi e ci deve proteggere in questi momenti difficili al momento i teali vanno circa al 60%, il 40% delle macchine sono ferme. Da settembre si dovrebbe tornare alla normalità. Durante il lockdown, le macchine sono rimaste ferme per circa due mesi, abbiamo ripreso a maggio. Lavorano all'incirca una trentina di persone, più quelle che ci sono in ufficio. Abbiamo fatto ricorso alla cassa integrazione con 18 settimane e i tempi sono stati rapidissimi circa 15 giorni e sono state erogati tutti i conti. A inizio marzo ero appena tornato da Parigi li avevo visto le ultime collezioni, e stiavo ragionando su quanto avremmo venduto di quei prodotti. Speravo che potesse essere un anno buono anche perchè il mercato di Como e il mercato della seta in generale arrivava da due anni positivi. Poi abbiamo lavorato, paradossalmente, di più nel mese di maggio e abbiamo avuto un calo di lavoro nel mese di giugno le commesse non sono arrivate è mancato tutto quel mondo dei turisti americani, giapponesi, cinesi e russi che venivano in Italia e compravano cravatte, foulard, la camicetta, secondo me l'impatto negativo ci sarà nel mese di settembre. Lei stai in azienda da quando era bambino? Si, perché abitavo proprio dentro l'azienda. L'impianto quello diciamo tradizionale era stato disegnato da mio nonno. E' questo è il cuore dell'azienda, per quanto riguarda la stampa, che comunque è sempre stato un nostro core business. I dipendenti sono più di trecento? In tutto sono quasi quattrocento, in un giorno stampiamo dai 15 ai 20mila metri. A livello operativo, il 100% è ripartito? O c'è una parte che ancora... Noi stiamo lavorando tra il 50 e il 70% anche per tenere le distanze poi a settembre vedremo. Il lancio è negativo per quest'anno, perché è saltata una parte di stagione importante. Arrivavamo dal 2019 che era stato un periodo record per l'azienda quindi con tutti dei progetti già lanciati sul 2020 e l'arresto è stato molto, molto brusco. Avremmo il lavoro anche per rientrare dalla cassa integrazione, ma per motivi legati agli spazi e ai distanziamenti preferiamo rimanere in questa fase a maggior garanzia anche dei dipendenti. Sindaco, qual è stato l'effetto diretto su un comune di 5mila abitanti come questo del lockdown con così tante aziende che si sono dovute fermare. Dal punto di vista socioeconomico qualche effetto collaterale lo abbiamo avuto. Io sono ricco perché ho 156 aziende sul territorio. Credo che il peggio arriverà fra ottobre e novembre alcune aziende so che hanno un portafoglio ordini piuttosto scarso e i commercianti recuperare tre mesi di chiusura totale la vedo un pò dura.

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