"Beh questo sembra ottimista adesso, con questa riduzione del gas dal Nord Stream, dai nostri calcoli dimostrano che il livello di gas di stoccaggio, a livello europeo, potrebbe arrivare intorno al 70-80%". Quindi siamo un po' indietro, proprio perché dalla Russia i rubinetti li tengono un pochino chiusi. "Esatto è ancora un livello che appunto se i flussi continuano a questo livello, diciamo così, passeremo sicuramente un inverno difficile, con moltissima volatilità e i prezzi è difficile che scendano, però sicuramente a questi livelli di esportazione c'è un generale consenso che si possa attraversare l'inverno utilizzando una serie di misure addizionali. Per esempio appunto riportare in funzione una serie di impianti a carbone e quello di massimizzare l'importazione di GNL. Il vero rischio in questo momento è che a Luglio, quindi il prossimo mese, ci sarà un periodo di 2 settimane in cui questa Pipe Line verrà fermata, per fare delle operazioni di mantenimento standard. E il rischio grosso è che effettivamente non torni più in funzione. Ora, se questa parte non tornasse". C'è il rischio davvero di dover fare un autunno in chiamiamola "austerità", ossia con dei tagli all'utilizzo perché non abbiamo abbastanza gas, e quindi da un lato sui riscaldamenti, dall'altro con imprese e industrie che dovrebbero essere costrette a parziali chiusure perché se non c'è abbastanza gas, non c'è abbastanza elettricità, non ci può essere abbastanza produzione industriale. "Allora, è un rischio vero anche in queste condizioni con questi flussi di gas. Il rischio diventa assolutamente certo se entro Luglio questo per tutto non tornerà in funzione. Quindi la quantità di gas russo su cui l'Europa potrà contare, effettivamente è molto poca in quel caso il rischio di Blackout o comunque di razionamento della domanda è veramente reale".