La riforma va nella giusta direzione e non cambia nella sostanza il sistema esistente per concedere aiuti finanziari ai Paesi dell'euro in difficoltà o a quelli che hanno un sistema bancario instabile. Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco cerca di fare chiarezza sul fondo salva-Stati e in una lunga audizione in Parlamento tranquillizza sulle nuove regole che Bruxelles vuole approvare e che stanno agitando la politica italiana. La riforma non prevede né annuncia un meccanismo di ristrutturazione dei debiti sovrani. Come nel trattato già oggi in vigore, non c'è scambio tra assistenza finanziaria e ristrutturazione del debito. In pratica, quindi, se uno Stato chiederà un prestito, non scatteranno automaticamente perdite per chi ha in mano i titoli pubblici. "Si tratta di una conferma importante", puntualizza Visco, "in assenza della quale ci sarebbero rischi enormi". Rischi che il numero uno della Banca Centrale, a metà novembre, aveva evidenziato e che potrebbero innescare una crisi di fiducia sui paesi più indebitati come l'Italia e sui quali ora ritorna. Secondo me era molto chiaro. Io ripetevo delle cose che avevo… È stato male interpretato. Per questo siamo intervenuti, non per ammorbidire una valutazione, ma per spiegare questa valutazione. Nessuna pistola fumante, dunque, contro l'Italia, secondo il Governatore, che sottolinea come la riforma migliori l'assistenza alle banche in difficoltà, sebbene ci sia ancora molta strada da fare per arrivare a un'integrazione europea. La proposta evidentemente è il risultato di un compromesso ed è un compromesso tra i timori di chi da sempre avversa passi in avanti nella condivisione dei rischi e quelli opposti di chi paventa un rinvio ingiustificato dei progressi verso un'autentica unione economica e monetaria.